Pista Da Bowling

Costruzione e Trattamento di una pista da Bowling

La pista è il campo da gioco sul quale si svolge la partita di bowling. Le dimensioni regolamentari sono stabilite dall’USBC; nella versione italiana del regolamento tutte le dimensioni sono riportate sulla base del sistema metrico decimale, ma in caso di dispute si deve fare riferimento alle dimensioni “imperiali” calcolate con il sistema di misurazione anglosassone; vengono applicati i seguenti fattori di conversione:

  • 1 pollice = 25,4 mm
  • 1 piede = 12 pollici = 304,8 mm

La pista da bowling si divide principalmente in 3 parti:

Zona di lancio (Approach)

La zona di lancio deve avere una lunghezza minima di almeno 15 piedi (4,58 m), la sua larghezza deve essere di 41 pollici (1,06 m), e deve essere priva di depressioni superiori a 6,4 mm. Questa è  la parte dove il giocatore prende la rincorsa e la mira per lanciare la boccia verso i birilli da abbattere.

La pista (Lane)

La pista propriamente detta è invece la parte dove la boccia corre fino all’impatto con i birilli. La sua lunghezza, calcolata dalla linea di fallo fino al centro del primo birillo, deve essere di 60 piedi (18,30 m circa), mentre la sua larghezza deve essere uguale a quella della zona di lancio. Per tutta la sua lunghezza questa parte è delimitata, sia a destra che a sinistra da due canali (Gutters) profondi non meno di 8,89 cm, che servono a raccogliere le bocce quando queste ultime escono dalla superficie di gioco.

Il piano dei birilli (Pin Deck)

Il piano dei birilli è la zona dove vengono posizionati i birilli, equidistanti tra di loro, nella tipica forma a triangolo equilatero. La lunghezza di quest’area deve essere di 34 pollici (91 cm), mentre la larghezza è uguale come per le altre parti: 1,06 m.

 

Zona di lancio e Pista sono divise da una linea di fallo, costruita in materiale fibroso e incassata nel legno. Questa linea deve avere uno spessore che può variare tra 3/8 di pollice (9,5 mm) e 1 pollice (25,4 mm), e si deve estendere per tutta la larghezza della pista. Se durante il lancio il giocatore supera o tocca questa riga, un dispositivo elettronico, appositamente installato, o un giudice di linea, rivela il fallo che provoca l'annullamento del tiro stesso, considerandolo uno zero nel punteggio.

A circa 15 piedi (4,58 m) dalla linea di fallo, sulla superficie della pista sono impressi o incassati 7 contrassegni, a forma di frecce, che servono come punti di riferimento per il lancio, in quanto indicano la posizione dei 7 birilli esterni del triangolo:

  Posizione birilli Bowling

La costruzione della pista da bowling richiede una precisione assoluta; deve essere priva di solchi o rilievi. Non devono esserci avvallamenti o depressioni superiori a 0,040 pollici (1 mm) sulla superficie della pista su un ampiezza di 42 pollici (1,067 mm). Non devono esserci pendenze superiori a 0,040 pollici (1 mm) lungo l’ampiezza della pista.

In genere è costruita in legno listellare, per la precisione 39 listelli ognuno dei quali deve essere di 1x3,5 pollici. I listelli sono incastrati l’uno nell’altro e sono fissati con chiodi speciali (nelle piste in materiale sintetico i listelli sono disegnati). In questo modo lo spessore della pista è di circa 8 cm. Il legno usato per costruire una pista da bowling è di due tipi differenti. Per L’Approach e il Pin Deck si usa l’acero duro (Hard Maple), proveniente dal Canada e di colore molto chiaro. Oltre ad essere duro questo tipo di legno è capace, grazie alla sua elasticità, di sopportare i forti impatti delle bocce che atterrano nella zona di lancio. La parte in cui scorre la boccia (Lane), invece, è costruita con legno di pino (Pine Wood), molto più morbido rispetto all’acero bianco e proveniente dalla Florida. Attualmente si incontrano molte piste costruite con materiali sintetici che riescono a riprodurre alla perfezione le caratteristiche del legno. Ogni tipo di materiale sintetico, prima di essere utilizzato, è testato con delle procedure e specifiche stabilite e approvato dalla USBC.

Sulla zona di rotolamento è steso, con una macchina apposita, un velo d’olio (o un altro tipo di condizionatore) che ha essenzialmente due compiti: il primo è quello di proteggere la superficie dall’eccessivo attrito che le bocce potrebbero esercitare sulla pista, il secondo è quello di creare condizioni di gioco più o meno impegnative, a seconda del livello della gare che si svolgono. Nel corso della storia del bowling moderno, si sono susseguite varie ere, scandite dal modo in cui le piste venivano trattate. Dopo la nascita dell’ABC nel 1895 che stabilì un certo livello di standardizzazione per il bowling, apparve subito ovvio che una delle prime questioni da risolvere era proprio quella legata a come preservare la superficie di gioco. Infatti, si notò che dopo un'estesa usura della pista si sviluppava una sorta di canale che facilitava la traiettoria delle bocce verso i birilli. Uno dei primi provvedimenti presi per ovviare a questo problema fu l’introduzione, nel 1908, della regola che stabiliva che una pista, per essere omologata, doveva essere rispianata ogni 12 mesi. Inoltre, alcuni tipi di rivestimento furono adottati per aiutare a proteggere la superficie di legno. Il genere di rivestimento che ottenne grande popolarità durante gli anni ’20 e 30’ era conosciuto col nome di gommalacca, un prodotto originario dell’Asia Orientale. La sostanza è una resina organica che, appositamente lavorata, veniva applicata su tutta la pista creando una superficie soffice e dall’alta frizione. Durante la seconda guerra mondiale la gommalacca divenne difficile da reperire, così i proprietari di impianti sportivi spostarono la loro attenzione su un tipo particolare di lacca che prese il nome di nitrocellulosa. La nitrocellulosa era una rifinitura molto dura, ma anche piuttosto porosa, di conseguenza quando veniva applicato l’olio per rendere la pista “scivolosa”, questo veniva assorbito facilmente, determinando condizioni di gioco piuttosto omogenee. Bisogna notare anche come l’uso del trattamento della pista con olio divenne consueto proprio nella seconda metà degli anni ’40, più o meno nello stesso periodo in cui fu introdotta la macchina automatica per raccogliere i birilli. La nitrocellulosa cominciò ad essere meno impiegata nei primi anni ’60, e fu sostituita da rifiniture più soffici e meno porose, conducendo agli uretani attuali, difficilmente assorbenti. Le ragioni di questo cambiamento sono da ritrovare nella continua richiesta, da parte degli addetti al settore del tempo, di un rivestimento non infiammabile, forte ed elastico allo stesso tempo, che ovviasse ai danni provocati dai lanci, e di conseguenza ai costosi rifacimenti della superficie di gioco.

Con l’introduzione dei rivestimenti meno porosi iniziarono i problemi. Se prima l’olio penetrava facilmente nella pista, adesso, con l’introduzione dei nuovi uretani, esso scivolava sulla superficie, creando condizioni di gioco più difficili da gestire. Rimanendo a  lungo in superficie l’olio veniva, in parte, raccolto o spostato dal rotolare della boccia. In questo modo l’olio si accumulava maggiormente lungo il percorso che la boccia segue verso i birilli,  e poiché la maggior parte dei lanci avvengono verso il centro della pista, quella era la zona con maggiore presenza d’olio. Date queste condizioni, sulla pista si sviluppavano zone con maggiore attrito e zone più scivolose, creando canali preferenziali su cui far rotolare la boccia verso i birilli. Inoltre una certa quantità d’olio si accumulava anche nella buca al di là dei birilli, dove la boccia finisce la sua corsa; qui la boccia veniva sporcata e nei tiri successivi rotolava in maniera non appropriata. Per risolvere questo problema si studiò una soluzione in cui l’olio non veniva applicato sulla parte della pista prossima ai birilli, perché sarebbe scivolato giù in ogni modo. Ancora oggi è questa la pratica in uso. Nel 1990 si stabilì una regola che determina il modo in cui il condizionamento deve essere applicato sulla pista. L’olio deve essere cosparso da canale a canale per tutta la larghezza della pista e dalla linea di fallo fino ad una distanza che viene stabilita dal responsabile del centro, in base a vari criteri, tra i quali anche il livello della gara da effettuare. Questo sistema si chiama S.O.B.: “System of Bowling”.